Georges Seurat. Dalla mescolanza additiva alle tecnologie di stampa

 

Hai mai sentito parlare di Georges Seurat, il famoso pittore francese che ha rivoluzionato la pittura di fine '800? Oggi è il giorno giusto per ricordarlo perché ricorre la data della sua morte. C'è qualcosa di interessante su di lui che puoi scoprire e che ti riguarda molto da vicino.

Georges Seurat è conosciuto come il pioniere del puntinismo, quella tecnica pittorica che consiste nel dare tocchi separati di colore sulla tela invece che mescolare i pigmenti tra di loro. Ma la cosa davvero importante è che proprio a partire dalle sue intuizioni sulla tela sono nate delle innovative tecnologie che troviamo nella nostra vita oggi. I pixel delle TV e la stampa industriale in quadricromia, sono nate in seguito al puntinismo e alle teorie sulla percezione del colore nate proprio nello stesso secolo del pittore.

In particolare, è importante sapere che Seurat si impossessò della scoperta della mescolanza additiva spaziale, quel fenomeno che spiega come il nostro occhio possa percepire mescolati due o più colori distinti nello spazio. L'applicò ai suoi quadri allo scopo di eliminare tutti i problemi della sintesi sottrattiva, un altro fenomeno che ci fa apparire i colori più scuri e meno brillanti.

 

 

Quello che distingue questi due fenomeni è ciò che accade nella realtà prima che il colore venga assimilato dall'occhio. Nella sintesi sottrattiva sono i pigmenti stessi a mescolarsi direttamente tra di loro e a creare un nuovo colore a monte, prima della percezione visiva. In sostanza, mentre osserva, l'occhio è colpito da un unico stimolo. Al contrario di ciò che avviene nella mescolanza additiva spaziale, dove il sistema visivo percepisce il colore come la risultante di due o più stimoli separati. Questo accade perché, dal punto di vista fisico, i colori sono fasci di luce che vengono riflessi dagli oggetti, raggiungono la retina e sono elaborati dal cervello in base alla loro frequenza. Se due fasci (quindi colori) di frequenza diversa partono molto vicini nello spazio, colpiscono la retina simultaneamente e l'occhio somma le due frequenze, percependo un unico colore. Quello che accade però è solamente un gioco di luci dovuto alla percezione biologica dell'occhio umano.

Proprio Seurat si era accorto che mescolare le tinte tra di loro dava un effetto completamente diverso, meno luminoso. Per questo avvicinava punti di colore sulla tela bianca invece di sovrapporre i pigmenti, per creare giochi di luce e sfruttare la mescolanza additiva spaziale.  Come ti ho accennato sopra, è la stessa cosa che accade quando guardi lo schermo delle TV.

Altri artisti hanno amplificato le loro tecniche di disegno con lo stesso principio. Per esempio, Roy Lichtenstein utilizzò puntini di colore rosso sul bianco della carta in "Crying Girl", dove a distanza sufficiente il viso del soggetto appare rosa. Quindi, se guardassimo da molto vicino noteremmo che i puntini sono dello stesso colore del rossetto della ragazza e che questa opera famosa è composta solamente dal rosso, dal nero, dal giallo e dal bianco del foglio.

 

 

È interessante notare che proprio queste sperimentazioni artistiche abbiano dato inizio a tutta una serie di evoluzioni tecnologiche: non solo il sistema dei pixel ma anche la stampa industriale in quadricromia (per esempio la stampa offset), dove i colori della “rosetta di stampa” si mescolano se guardati a distanza.

Avevi mai pensato che le tecnologie di stampa, o la serigrafia, sono state influenzate da queste intuizioni artistiche? Contattami se questo articolo ti è piaciuto, vuoi chiedermi approfondimenti o saperne di più sui prodotti in vendita.

 

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